10 / 10 / 1919 una data che segna, una vita fatta di coraggio e determinazione.
Ciao Giulio, ciao papà,
oggi è il tuo centesimo compleanno e non so che regalo farti se non portarti un fiore bianco e dedicarti un pensiero.
Non so se sarò in grado di trasmetterti ciò che provo perché sono sentimenti, emozioni allo stato puro ed in quanto tali non riesco a descriverle in queste brevi righe, ma ci voglio provare.
Sono emozioni contrastanti: amore e rabbia, gioia e paura… emozioni che mi accompagnano da molti anni, da quando quell’entità malefica si è impossessata della tua mente.
Ricordo la notte in cui tornasti alle 4 del mattino disperato, in lacrime, con il terrore in quegli occhi abitualmente sereni, fradicio di una pioggia scrosciante, tremante per il freddo patito in una notte di vagabondare alla ricerca della TUA casa.
Io e mamma ci siamo guardati a lungo mentre cercavamo di rifocillarti, consapevoli in un istante di tutto ciò che ci avrebbe atteso.
In quell’istante, come una folgore, mi sono tornati i ricordi dell’infanzia meravigliosa che mi hai donato, padre amoroso e paziente. Ho rivissuto i giorni in cui mi portavi con te in campo o dai clienti, il tuo sguardo severo quando combinavo qualche cazzata (e ne ho fatte parecchie) e l’infinita dolcezza dei tuoi modi severi ma sempre eleganti e raffinati.
Avevi 44 anni quando sono nato in quella fredda sera di dicembre, e tutti ancora mi raccontano delle ore che passasti davanti allo specchio con me in braccio, cercando di trovare tratti comuni nei nostri lineamenti e ancora mi chiedo come mai tanto tempo, visto che sono la tua fotocopia… e ne vado fiero!
C’è chi dice che coprire di doni i figli nasconde fragilità nei sentimenti e senso di inadeguatezza al ruolo di genitore, e probabilmente è vero, ma in tutta sincerità… non ricordo i doni che quotidianamente mi portavi, ricordo il sorriso che si apriva sul tuo volto alla vista del mio stupore, del mio incanto sempre nuovo.
AMORE credo sia la parola che più ti appartiene, assieme a PASSIONE. Il tuo sport prima, la nostra famiglia poi.
Senza menzogne o sotterfugi, ci hai lasciato condividere le tue passioni senza mai escluderci, coinvolgendoci in ogni attività con l’equilibrio che sempre ti ha contraddistinto.
Hai dedicato tutta la tua vita alla passione per lo sport ed all’amore, e per questo sei ancora ricordato.
L’anagrafe di certo non è amica dei ricordi, ma nonostante siano passati 100 anni di tanto in tanto risuona ancora il tuo nome quando i cronisti parlano di tecnica e determinazione: “Pellicari all’attacco!!!” per risolvere le sorti di una partita difficile.
Ma più ancora sei ricordato per la tua immensa umanità, per la generosità d’animo, per la “classe” e l’eleganza nel tuo modo di vivere le relazioni, valori che mi hai trasmesso.
Ricordo gli occhi lucidi accompagnati dalle lacrime di mamma quando, entrando dal portone della SMIPAR, mi sono voltato per ringraziarti con un sorriso mentre iniziavo una nuova vita, senza di voi, senza la protezione sulla quale avevo contato per quei primi 20 anni.
Ricordo il mio primo pensiero, fuori dalla sala parto quando sono nate Angela e Giulia (che ha ereditato la tua immensa passione per lo sport), ricordo di aver visto il tuo volto che mi sorrideva in quel momento di profonda disperazione.
Ricordo, ricordo di aver desiderato chiederti: “E adesso cosa faccio papà? Come faccio a prendere in braccio mia figlia ed accompagnarla serenamente alla morte”. Avrei voluto il tuo consiglio amorevole, un conforto… era una cosa più grande di me.
E puntualmente il tuo aiuto è arrivato, sereno, calmo, angelico come il nome che avevamo scelto per quella meravigliosa creatura, fragile, indifesa.
Ma c’eri tu ad assisterla, a darle forza come hai sempre fatto con me, ed Angela è ancora qui con la sua immensa bontà d’animo, con la sua infinita generosità, a ricordarmi ogni giorno che mi sei vicino.
E come non bastasse c’è Giulia, la reincarnazione dei tuoi valori: passione, determinazione, coraggio… un nome, una garanzia: Giulia Pellicari.
Saresti stato un nonno incredibile, amorevole ma risoluto, sempre allegro ma rigoroso nel trasmettere le regole del bon ton, dell’educazione, della civiltà.
Ho deciso che oggi per me inizia una nuova avventura, oggi apro una nuova via di comunicazione per la quale studio da anni: il mio BLOG.
E non ho trovato un giorno migliore per farlo se non il tuo compleanno, il tuo centesimo compleanno, il giorno in cui, con una lacrima che si affaccia timida, penso a te, meravigliosa creatura di luce, che da 55 anni vegli sul mio cammino.
Grazie papà, grazie di esistere.